Il romanzo della settimana

 

Una stanza tutta per se

“Se ha intenzione di scrivere romanzi, una donna deve possedere denaro e una stanza tutta per sé.”

Una stanza tutta per se è il romanzo di cui parleremo oggi. Pubblicato per la prima volta il 24 ottobre 1929 da Virginia Woolf, l’autrice mette in primo piano il madornale problema che stava alle calcagna di ogni donna, il denaro. Al tempo una donna possedeva come uniche ricchezze la dote che le veniva lasciata dalla famiglia, dote che poi sarebbe stata presa dal marito, e questo aspetto della società viene riportato più volte nei dialoghi presenti nel libro. Ed inoltre la Woolf scrive del bisogno che ha una donna di possedere una stanza tutta per se, dove poter studiare, cosa che ai tempi della scrittrice era notevolmente raro, o scrivere. Questa stanza ha naturalmente non solo valore oggettivo, ma è chiaro simbolo della sua necessità di indipendenza, luogo dove una donna può guardare e giudicare il mondo senza l’intromissione di un uomo. Virginia Woolf scrivendo questo libro si ritrovò a dover affrontare la società patriarcale e maschilista del tempo, e si presentò come portatrice della voce di tutte le donne, private dei loro diritti e imprigionate da uomini che, privandole di una loro stanza, incatenavano la loro immaginazione e tutti i loro pensieri.

Come narra l’autrice nel libro, gli uomini credevano di saper capire a pieno le donne, più di loro stesse, sapevano cosa fosse meglio per loro, sapevano di cosa volessero discutere, sapevano cosa le rendesse felici e cosa le appassionasse. Lo sapevano così bene che, come viene descritto nel libro, gli uomini decidevano a quali librerie e stanze potesse accedere una donna in un accademia, e tutto questo perché una donna non occorreva sapesse quanto un uomo, visto che il suo compito maggiore era procreare, badare alla casa e obbedire al marito. Virginia Woolf fu una delle donne più coraggiose del 900’, che con “una stanza tutta per se” scrisse uno dei romanzi femministi più importanti dei nostri giorni.

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